
Questo in teoria dovrebbe essere un momento lieto, dopotutto si tratta del primo “post” di questo “blog”, ovvero del primo articolo del giornale di bordo della nostra associazione: l’editoriale del Presidente.
Le virgolette sono dovute al fatto che un po’ ancora mi sorprendo di come l’inglese sia entrato a far parte del nostro linguaggio quotidiano. Sarà l’età.
Perelun è nata per essere un luogo distribuito, cioè un posto capace di contenere tante attività svolte in spazi lontani tra loro. Siamo invece oramai costretti a riconoscere che la nostra Associazione non potrà svolgere attività dal vivo ancora per un bel po’: ogni genere di incontro, nella realtà delle nostre città, delle nostre librerie, delle nostre scuole, è ora semplicemente impossibile.
Ecco quindi che Perelun non è già più, appena nata, somigliante a ciò che immaginavamo sarebbe dovuta essere. Nelle nostre menti si è già trasformata. Un po’ come fanno le nuvole: non appena un dito le indica ed un nome prova a raggiungerle, sono divenute qualcosa d’altro. E proprio così, in fondo, deve fare se vuole continuare ad esistere in questo mondo che, un giorno dopo l’altro, sembra camminare sempre più distante da un “prima”, in cui la vita era diversa perché sembrava sempre uguale a se stessa.
Almeno a guardarla da sopra le nostre teste. Distrattamente.
I miei sei amici ed io, ci siamo associati per stare insieme e vogliamo stare insieme per fare insieme. In Perelun esistono professionalità e competenze che desideriamo mettere a disposizione della società in cui viviamo e che ci hanno dato la motivazione per confrontarci e divenire un Ente. Invece, ora ci accorgiamo che riunirci, abbracciarci, stringerci la mano, sono attività pericolose. Verrebbe da dire che il motivo stesso della fondazione di Perelun è venuto meno, perché sono venute meno le possibilità stesse della relazione.
Associarsi in tempo di disgregazione è un atto rivoluzionario.
Ci opponiamo alla solitudine, all’ansia, alla perdita delle relazioni, senza polemizzare, né con il potere, né con i virus, ma reclamando con tutta la forza che abbiamo la necessità di prenderci cura l’uno dell’altro, esprimendo in questo modo il nostro esserci, il nostro essere al mondo. Cosa siamo, in fondo, se non le nostre relazioni?
Perelun è il mezzo per continuare ad essere e fare. Insieme.
Nonostante i nostri corpi siano e vadano tenuti distanti, la grande fortuna di Internet offre alle nostre menti almeno l’immagine della relazione, con tutti i limiti, i pericoli ma anche le opportunità del caso. A noi il compito di sfruttare pienamente e saggiamente tutti gli strumenti che possiamo utilizzare. Per non perderci e non perdere nulla di ciò che siamo, preparando il momento in cui “insieme“ non sarà più solo un ricordo.
Il momento in cui le virgolette le userò solo per gli elementi linguistici estranei, le parole buffe, le citazioni. Non per rinchiudere una parola tanto bella.
Buon lavoro. Mettiamocela tutta.
Daniele
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